Intimo di moda: quando l’underwear esce allo scoperto 

Top e magliette “a vista” per un’estate che promuove l’underwear ad interprete di outfit sensuali ma confortevoli. 

L’underwear cambia volto e non si relega più ai soli spazi intimi. Complici tessuti e filati di qualità, design accurati e dettagli di pregio, come pizzi, merletti, trini ed inseriti trasparenti, la biancheria diventa parte di outfit a forte tasso di seduzione. Una “rivoluzione” che affonda le sue origini nella storia, soprattutto italiana. Nonostante, infatti, siano stati gli Egiziani a sdoganare le prime forme di indumenti riservati a rimanere celati, in realtà poi toccò ai Romani a realizzare dei capi in tutto e per tutto simili agli odierni destinati a proteggere il corpo, ma anche a curarne la pulizia e a valorizzarlo. Le donne romane indossavano infatti abitualmente fasce strette sotto il seno in modo da contenerlo ma soprattutto esporlo. Un senso estetico che si perse, invece, nel Medioevo, durante il quale la biancheria pare fosse riservata agli uomini, che acclusero nel loro look giornaliero le “brache” (mutande-pantalone). La “parità di genere” si raggiunse solo con il Rinascimento, che portò alla diffusione non solo di camicie e mutandoni lunghi fino sotto le ginocchia rigorosamente unisex, ma anche delle giarrettiere. Originariamente destinate agli uomini per reggere le calze, conquistarono rapidamente il guardaroba femminile che ne fece una potente arma di seduzione. Seduzione che trovò la sua massima espressione tra il 1500 e la fine del 1800 quando, bustini, corsetti, guardinfanti, crinoline, sottogonne, mutandoni e calze lunghe sino a sopra il ginocchio, permisero alle donne di modellare e trasformare il corpo rendendolo rispondente ai canoni di bellezza dell’epoca.

Bisognerà attendere il 1900 per assistere ad un nuovo cambio di rotta segnato dall’invenzione del reggiseno ad opera dell’attivista, scrittrice ed editrice statunitense Caresse Crosby che lo brevettò il 3 novembre 1914. Ma non solo. A farsi largo furono anche gli slip che, frutto del progressivo accorciamento degli storici mutandoni, nacquero nel 1906 per l’universo maschile, ma ben presto vennero prodotti anche per le donne. Donne che, negli anni ’50, impararono ad utilizzare proprio i capi di underwear per valorizzare le curve e sentirsi sexy: reggiseni a balconcino e guêpières entrarono prepotentemente nei cassetti dell’intimo dove, a partire dagli anni ’60, con la comparsa della minigonna, si fecero sempre più spazio gli slip. Mentre le femministe presero a bruciare reggiseni per esprimere la condanna verso un’immagine “finta” della donna, legata unicamente all’estetica, le case di produzione di intimo, per arginare la crisi, introdussero l’uso di materiali più morbidi e linee più naturali atte ad avvolgere senza modificare le forme del corpo.

Con l’arrivo degli anni ’70 e la comparsa di serie televisive al femminile in cui le donne recuperavano il valore della loro bellezza e sensualità, l’underwear come forma di esaltazione tornò in auge sino a diventare, negli anni ’80, simbolo di emancipazione. La cantante Madonna con i suoi reggiseni a punta e bustini esposti come capi da sfoggiare anche al di fuori della camera da letto aprì una strada e le altre donne si accodarono. Con la comparsa degli Wonderbra negli anni ’90 e di Victoria’s Secret con i suoi “Angeli”, l’intimo venne reso mainstream. È brandizzato, soprattutto al maschile. Slip e boxer, ma anche maglie e canottiere, per essere up to date, riportano il nome del brand che doveva fare capolino con decisione sotto la camicia o i pantaloni.

Intimo outwear: top e magliette come sottogiacca 

Un percorso ad ostacoli quello compiuto negli anni dagli indumenti intimi che, oggi, vivono una nuova stagione. Nel nome di inclusività e libertà i brand promuovono la naturalezza, grazie all’impiego di tessuti morbidi e freschi, preferibilmente realizzati con filati biologici o sostenibili, che non temono di uscire allo scoperto. La lingerie non è più nascosta e conquista le passerelle divenendo un mezzo per esprimere la propria personalità. Non stupisce così che le donne sfoggino top e magliette underwear come sottogiacca, complici la ricercatezza e la raffinatezza dei dettagli che ne fanno dei capi da mostrare soprattutto negli outfit da sera. Ne sono un esempio le proposte di intimo donna di Boglietti come “Clizia”, canotta in lana e seta con inserto retato sullo scollo, “Carola”, in morbido cotone modali elasticizzato con pizzo sul decoltè e “Victoria”, top in cotone mercerizzato con dettaglio di pizzo sul davanti.